G. Kreis (Hrsg.): Die Geschichte der Schweiz

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Titel
Die Geschichte der Schweiz.


Herausgeber
Kreis, Georg
Erschienen
Basel 2014: Schwabe Verlag
Anzahl Seiten
645 S.
Preis
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Simona Boscani Leoni, Abteilung Schweizer Geschichte vor 1800, Universität Bern

La nuova Storia della Svizzera curata da Georg Kreis e pubblicata lo scorso anno, in contemporanea con la conclusione della grande impresa del Dizionario storico della Svizzera, fa seguito a una serie di pubblicazioni dedicata alla storia nazionale da parte di singoli autori (mi limito a citare in ambito germanofono quella di Thomas Maissen, 2010, e in francese quella di François Walter, 2009-2010) e conferma il trend positivo di questo genere storiografico in Svizzera. L’opera riprende e sviluppa la Storia della Svizzera e degli Svizzeri pubblicata nelle tre lingue nazionali nel 1982-1983, che – seguendo il modello della scuola delle Annales – era fortemente influenzata dalla storia sociale, demografica, economica e meno dalla storia politica.

Il volume attuale, oltre a contare la partecipazione di trentatré storici e storiche delle tre maggiori aree linguistiche del paese, si articola intorno a undici capitoli principali sistemati in modo cronologico. Ad essi si alternano ventitré inserti tematici più brevi (3-4 pagine) che testimoniano l’apertura del volume a contenuti e/o approcci nuovi, spaziando dalla storia del clima (Christian Pfister) alla storia agraria (Jon Mathieu), dalla storia demografica (Luigi Lorenzetti) alla storia del voto alle donne (Brigitte Studer), dalla storia della famiglia (Elisabeth Joris), al problema della democrazia diretta (Andreas Suter), per non citarne che alcuni.

Il capitolo di apertura è dedicato alla preistoria e all’apparizione nel paleolitico delle prime tracce umane nei territori dell’attuale Confederazione, così come all’emergere delle prime fonti scritte e delle pri me tracce d’insediamenti nelle aree di Zurigo, Ginevra, Berna e Basilea nell’età del ferro (Urs Leuzinger); nel secondo è l’epoca romana e l’integrazione dell’area elvetica in quella mediterranea a essere oggetto dell’attenzione dei due autori (Regula Frei-Stolba, Daniel Paunier).

Al periodo medievale sono consacrati gli interventi di Jean-Daniel Morerod e Justin Favrod e quello di Susanna Burghartz. Nel primo sono esposti dieci secoli di storia: in particolare, gli autori evidenziano le origini tardo antiche delle regioni linguistiche elvetiche, e rendono attenti alla discussione storiografica intorno alla questione della continuità geografica tra l’organizzazione amministrativa romana e le sedi vescovili. Un punto importante è anche lo sviluppo delle strutture amministrative carolinge e il loro ruolo nella definizione dei confini regionali e cantonali attuali. La parte finale dell’intervento si concentra sullo sviluppo dei traffici attraverso il Gottardo nel XIII secolo, controllato dagli Asburgo (p. 111), sulle comunità di valle a nord del passo, i Waldstätten e il problema del «patto fondatore» della Confederazione nel 1291. L’importanza del documento è stata da tempo ridimensionata e la sua datazione è stata recentemente messa in discussione grazie ai lavori di Roger Sablonier (p. 116).

Il contributo di S. Burghartz, dedicato al XIV e al XV secolo, riprende queste problematiche, analizzando il ruolo della storiografia fin dal Quattrocento nell’elaborazione del mito di Tell e del tirannicidio (p. 138). L’autrice, seguendo in particolare Roger Sablonier e Bernard Stettler, rileva il ruolo e lo sviluppo delle alleanze tra comuni rurali e città all’interno del Sacro Romano Impero e nel contesto europeo che vedeva, tra il XIV e il XV secolo, il consolidarsi delle signorie territoriali degli Asburgo (al nord e all’est), dei Savoia (a sud-est) e dei duchi di Milano. La parte finale del capitolo tratta delle guerre di Borgogna (1474-1477) e della battaglia di Marignano (1515), episodi che segnano il consolidamento della Confederazione come attore politico e militare sullo scacchiere europeo e anche il punto della sua massima espansione geografica.

I tre capitoli seguenti, a cura di Randolph Head, Danièle Tosato-Rigo e André Holenstein hanno come oggetto di studio lo sviluppo della Confederazione tra il XVI secolo e la fine della repubblica elvetica (1802/03). Head si concentra sul XVI secolo, marcato dalla Riforma di Calvino e Zwingli e dalla divisione confessionale dell’Antica confederazione. Accanto a questo processo l’autore vede lo sviluppo di una narrativa identitaria elvetica basata su una miscela di fatti storici e di miti. Nell’articolo seguente (Tosato- Rigo) è il periodo tra il 1618 (inizio della Guerra dei Trent’anni) fino al 1712 (la seconda guerra di Villmergen) a essere oggetto di analisi. In questo capitolo sono soprattutto la storia politica ed economica in primo piano: il quadro è quello di una Confederazione integrata nei complessi meccanismi di alleanze europee, dove però i personaggi principali non sono i singoli stati, quanto piuttosto – in linea con le nuove tendenze della storia della diplomazia – i singoli attori e l’analisi delle complesse relazioni clientelari tra le parti. Un altro punto sottolineato dall’autrice, questo in contrasto con la storiografia precedente, è il valore positivo degli antagonismi (confessionali, regionali) quali elementi di spinta al rinnovamento anche in ambito politico. André Holenstein parte da un approccio di storia sociale ed economica, mettendo in evidenza l’importanza della protoindustrializzazione, sottolineando l’integrazione dell’Antica Confederazione nelle complesse dinamiche internazionali (anche economiche), nelle quali il servizio mercenario occupava un posto di primo piano. Nel contributo si mostrano inoltre gli elementi di continuità con il passato all’interno della repubblica elvetica e l’importanza, nel XVIII secolo, della diffusione di nuove forme associative come luoghi di discussione e scambio di nuove idee orientate da un sapere scientifico pratico (un esempio potrebbe essere la Naturforschende Gesellschaft di Zurigo, 1746).

Il periodo tra la fine dell’Ancien Régime e la fondazione dello stato federale nella sua forma odierna (1848), passando attraverso la breve ma centrale esperienza della guerra del Sonderbund, nonché l’emergere di correnti politiche antagoniste (quella conservatrice e quella liberale), che continueranno a darsi battaglia per tutto il XIX secolo e oltre, è al centro del contributo di Irène Herrmann.

A chiudere il volume sono gli interventi di Regina Wecker, Sacha Zala e Georg Kreis. Nel primo, che si concentra sul periodo 1848-1914, si affronta la questione dell’industrializzazione e dei suoi impatti sociali, e lo sviluppo del dibattito politico nelle sue nuove componenti (si pensi alla nascita del partito socialista e alla creazione dei primi movimenti femministi). All’interno di questo sviluppo vi sono altri fenomeni importanti, quali il problema dell’emigrazione e, verso la fine del XIX secolo, dell’immigrazione in Svizzera, un elemento che diventerà centrale del dibattito politico fino ai nostri giorni. Sacha Zala, dal canto suo, rende bene evidenti le tensioni tra le varie regioni linguistiche della Confederazione al momento dello scoppio della prima guerra mondiale, e il ruolo delle lotte sindacali degli anni ’20 come momenti di discussione intorno ai diritti dei lavoratori e alla creazione di uno stato sociale. Per quanto riguarda il ruolo della Svizzera nella seconda guerra mondiale, Zala, sulla scorta dei recenti studi legati anche ai lavori della commissione Bergier, mette in evidenza la forte integrazione economica e finanziaria della Confederazione con le potenze dell’Asse e l’esistenza di una tacita forma di consenso, ispirata da interessi politici e economici immediati, per regimi di ispirazione fascista (si pensi solo al veloce riconoscimento della dittatura di Franco e al trattamento riservato agli svizzeri che avevano sostenuto la repubblica nella guerra civile spagnola, p. 518). Proprio questi aspetti «grigi» della politica della Confederazione saranno all’origine della diffidenza degli alleati nei suoi confronti dopo il 1943 e nell’immediato dopoguerra.

L’ultimo capitolo è scritto in modo estremamente leggibile e ripercorre – attraverso una serie di «zoom» – i punti forti dello sviluppo della confederazione dagli anni ’50 in poi. Al centro dell’attenzione sono tra l’altro la crescita demografica, l’immigrazione e la politica di accoglienza dei profughi. Altri temi d’interesse attuale sono lo sviluppo dello stato sociale, il dibattitto politico intorno alla neutralità, alla «formula magica», all’integrazione economica e politica in Europa, al ruolo delle donne, così come l’urbanizzazione e l’evoluzione dei rapporti tra città e campagna.

Ogni capitolo del libro è corredato di un ricco apparato di tabelle, grafici, illustrazioni e citazioni da documenti dell’epoca, che rendono molto più concreto per il lettore il «gusto» della storia narrata: proprio per questo ci si augura una pronta traduzione nelle altre lingue nazionali. Per concludere: il merito dell’opera è di aver reso più complesso lo sguardo gettato sulla storia svizzera, ampliando l’analisi a tematiche nuove e ad approcci multipli (storia culturale e di genere, microstoria, antropologia storica), anche se la struttura generale (per lo meno nei capitoli principali) riprende una forma narrativa classica basata sulla cronologia e sulla storia politica. Tutti i miti fondatori medievali sono stati rivisti e riletti criticamente, e – seguendo le tendenze di una storiografia sempre più interessata a un approccio globale – si è insistito sulla marcata interdipendenza fra l’antica Confederazione e il sistema politico e di alleanze europeo, facendone un prodotto non solo di dinamiche interne, ma anche di complesse dinamiche relazionali esterne.

A mio avviso, proprio perché il libro ha rivisto molti miti storiografici formatisi nel XIX e XX secolo, si sarebbe potuto pensare a un capitoletto tematico dedicato alla «decostruzione» del mito alpino (presente brevemente nell’intervento sul turismo di Laurent Tissot), così come si sarebbe potuto dare uno spazio maggiore agli attori della storia intellettuale e scientifica tra epoca moderna e contemporanea e alla storia delle regioni periferiche. Sarà per la prossima volta.

Zitierweise:
Simona Boscani Leoni: Rezension zu: Die Geschichte der Schweiz a cura di Georg Kreis, Basel, Schwabe Verlag, 2014. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, Vol. 157, pagine 158-160.

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Zuerst veröffentlicht in

Archivio Storico Ticinese, Vol. 157, pagine 158-160.

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